“Happiness is a tree” | Primo disco di “Max Maffia & the Empty Daybox”
E’ ancora possibile in quest’epoca tecnocratica riscoprire le proprie radici?
Conserviamo ancora qualcosa della nostra essenza naturale, o tutto è perduto?
La felicità è un albero ci risponde Max Maffia con i suoi Empty Daybox. Ed è tutto dire se la risposta ce la da un esperto informatico che come musicista proviene dal rock, dalla new wave, da Hendrix e da Syd Barrett. Ed è sbalorditivo constatare da quanto lontano provenga la sua storia.
Tutto ha inizio con una band funky-rock salernitana, i Peanuts, attivi dalla fine degli anni ’80 alla metà degli anni ’90, e prosegue nella breve collaborazione del chitarrista prima col gruppo ska Appesi A Un Filo, e poi con i Delirio. Nel frattempo, con l’apertura dell’etichetta indipendente Daybox Records, Maffia stacca la spina dalla presa elettrica per la prima volta, e così germoglia il primo ramo dell’albero con una serie di autoproduzioni sorprendenti, come “An Afternoon Like This”, la serie “a programma” di “Stagioni, e due colonne sonore. Ma dal 2000 al 2004 piomba un’altra scarica elettrica sulla band di folk irlandese, dub e space rock de Il Pozzo Di San Patrizio, mentre nel 2005 e nel 2006 Maffia collabora col gruppo di cantautorato elettronico Nicodemo, dedicandosi intanto all’associazione culturale Anima Mundi della quale è fondatore e presidente. E proprio da un’iniziativa dell’associazione nasce nella primavera del 2007 il coraggioso progetto “The Right Compilation” sostenuto dalla Fao. E dopo la produzione, tramite la Daybox Records, di alcune giovani band indipendenti, ci si comincia ad accorgere che l’albero ha attecchito, e sta venendo su grande, e bello solido, e porta un nome lasciatogli in eredità dalla Daybox Records, che nel 2009 smonta le tende.
E allora tutto appare più chiaro, e si distinguono tutte le tracce lasciate da un intenso e coraggioso percorso artistico e di vita. E si comprendono, adesso, le ragioni più profonde di Maffia nell’avere scelto questo percorso.
Ed ecco germogliare dai rami il primo frutto maturo. E in esso sono contenuti dei piccoli gioielli che cercano una conciliazione col mondo, e chiedono il totale abbandono all’orecchio dell’ascoltatore. E ognuno ha qualcosa da raccontare. Come ad esempio “Arabia”, che parla di un mondo così affascinante e pericoloso, a due passi da noi, e cerca di ridisegnarlo per come dovrebbe essere. Oppure “Rain”, che con le note del suo arpeggio ci fa sentire ogni singola goccia, come una purificazione. O “In volo” con il violoncello che è l’aria sotto di noi, e il resto siamo noi dal finestrino che ci sorprendiamo a sognare. E poi “Sunday Will Be Five”, con il suo andamento ritmico sbilenco, che ci dice che qualcosa non va, ma che cerca una conciliazione, e, nonostante tutto, la trova. E ancora, “Dancing On A Gray Day”, che danza sul ciclo dalla vita, e chiuso il cerchio, aspetta fino a quando se ne aprirà un altro.
Questo sono gli Empty Daybox adesso, questo è diventato Max Maffia oggi.
(Gianmaria Consiglio)
English
Is it still possible in this technocratic age to rediscover your own roots? Do we still conserve something of our natural essence, or is all lost? “Happiness is a tree” comes the answer from Max Maffia (ma-féar) and his Empty Daybox. And an answer like that, coming from an information technology expert hailing musically from the areas of rock and new wave and from artists such as Hendrix and Syd Barrett, really says it all. It is even more surprising if we look back over this artist’s distant origins.
It all started in Salerno (southern Italy) with a funky-rock band called the Peanuts, on the Italian music scene from the end of the 80’s to the mid-90’s, and then continued with brief appearances in the ska group Appesi A Un Filo (Hanging from a Thread) and Delirio (Delirium). It was during this period, with the inauguration of his own independent label “Daybox Records”, that Max unplugged his electric guitar for the first time and the first branch of the tree began to bud with a series of surprising in-house productions such as “An Afternoon Like This”, the improvised “Seasons” series, and two original soundtracks. Then, from 2000 to 2004 back to some more electric shock treatment with the Irish folk, dub, and space-rock band “Il Pozzo di San Patrizio” (Saint Patrick’s Well), followed by a brief period from 2005 to 2006 with the electronica band “Nicodemo” (Nicodemus).
Meanwhile Max was also busy founding and acting as first president of the cultural association “Anima Mundi” one of whose initial projects, in the spring of 2007, was the courageous production “The Right Compilation”, supported by the FAO. It was not, however, until after the production of a number of young independent bands that it first became evident that the tree had actually taken root and was growing up big and solid and that it carried a name bequeathed to it by Daybox Records which shut up shop in 2009.
Suddenly, everything becomes crystal clear. All the traces of an intense and courageous choice of direction, both on an artistic and a personal level, become visible, and the deeper reasons that led Max to choose such a direction become comprehensible.
And so the first fruits have begun to ripen on the tree, holding within them small jewels that seek a reconciliation with the world and ask for total abandonment on the part of the listener’s ear. Each one has a story to tell, like “Arabia” for example, which speaks of a fascinating and at the same time dangerous world and attempts to redesign it more as it ought to be, or “Rain” which, with the notes of its arpeggio, lets us feel every falling drop like a purification. Then there is “In volo” (On the wing) with the sound of the cello that is the air beneath us and the rest that is us ourselves, poised at the window, surprised to catch ourselves dreaming. “Sunday will be five” with its lopsided rhythm lets us know that something is not right but also searches for a solution and, notwithstanding everything, manages to find one. There is also “Dancing on a gray day”, of course, that dances to the cycle of life and, on closing the circle, waits for another one to open.
This is the Empty Daybox now, and this is what Max Maffia has become today at the opening of a new circle.